Un gruppo di
militanti antifascisti sono stati rinviati a giudizio dal tribunale di Velletri
in quanto avrebbero preso parte ai disordini del 15 ottobre 2013 quando, cioè,
il feretro del gerarca nazista Eric Priebke fu trasportato ad Albano Laziale
per la celebrazione del rito funebre che si sarebbe dovuto svolgere all’interno
della Cappella dei Lefebvriani. Il rito funebre non si celebrò in quanto la
mobilitazione dell’opinione pubblica fu tale da costringere il trasporto del
feretro altrove. Albano Laziale, città insignita della Medaglia d’Argento al
Merito Civile, divenne per un giorno l’epicentro di uno scontro ideologico che
attrasse l’attenzione dei media di tutto il mondo. «Quel giorno anche io ero
presente – dichiara il Sindaco di Albano Laziale Nicola Marini – a rappresentare con la fascia tricolore il
disagio e la contrarietà della nostra città alla celebrazione di un rito
funebre che avrebbe macchiato e offeso la memoria e la nostra identità democratica
e antifascista. Conoscendo la storia e il tributo di sangue pagato da Albano e
dall’intera comunità dei Castelli durante la Seconda Guerra Mondiale era
scontato che si manifestasse un sentimento popolare di rigetto verso il
tentativo di celebrare nella nostra città il funerale del “Boia delle Fosse
Ardeatine”. Esprimo tutta la mia solidarietà e vicinanza ai militanti
antifascisti rinviati a giudizio e, nel pieno rispetto dell’iter giudiziario e
del lavoro della magistratura, il Comune di Albano Laziale è in attesa di
conoscere i capi d’imputazione così da valutare la possibilità di costituirsi
parte civile a loro sostegno».